Il «Convivio dei Pedecasteloti» ha 37 anni

03 dicembre 2010
PIEDICASTELLO. Era il 1973 quando per la prima volta i pedecasteloti decisero di organizzare una cena tra vecchi e nuovi residenti. Una semplice cena all’hotel “Due Laghi” tra Santa Massenza e Toblino per ricordare momenti passati insieme e risolvere i problemi del quartiere.
E’ nato così il “Convivio dei Pedecasteloti” che ogni anno si ripete. Quest’anno il pranzo si è svolto all’hotel Everest con 150 commensali tutti nati e vissuti nel quartiere, poi trasferitisi altrove o ancora residenti dalla prima guerra mondiale in poi. Il rione nel 1972 venne tagliato in due dalla circonvallazione e rimasero in pochi a difendere le tradizioni del quartiere più antico della città.
Si cercò quindi di salvare almeno lo spirito dei pedecasteloti, ormai sparsi ovunque.
L’anno successivo si organizzò il primo convivio, che fu anche l’occasione per decidere di riprendere la festa di Sant’Appolinare e far vedere alla città che i pedecastelotti erano ancora vivi e battaglieri. Ma la battaglia più grande, la gente del rione la vinse solo quando si chiusero le gallerie e il traffico si spostò da un’altra parte. A raccontare queste vicende Vittorio Sboner, membro storico del convivio con in mano un ritaglio del giornale del 1974, quando i pedecasteloti si incontrarono per la seconda volta all’hotel Everest. In quell’occasione vennero anche da Pavia, Mestre e Bolzano per partecipare a quel pranzo. Tra gli “storici” c’è anche l’attuale presidente Mario Depaoli e William Menestrina che ha conservato le testimonianze e i documenti di quei primi anni di convivio. Doveroso ricordare anche il presidente per tanti anni Mario Mattivi detto “ferata”. Nel 1978 fu un anno memorabile, nel senso negativo però. Ci fu, infatti, una frattura nello zoccolo duro del comitato: due fazioni contrapposte organizzarono due cene differenti e si creò un certo imbarazzo. Poi si aggiustò tutto, ma nel 2006 ci fu un calo di adesioni e i pranzi non erano più così numerosi, perché venivano organizzati lontani da Trento. «Così il comitato decise di ritornare alle vecchie tradizioni con un pranzo in città – racconta Sboner – ora le cose vanno bene. All’ultimo pranzo eravamo in 150 su 166 iscritti. Per organizzare questo incontro annuale faccio 300 telefonate». Quello di cui si rammarica il Comitato è la consapevolezza che questa potrebbe essere l’ultima generazione a tenere viva la storia del quartiere.

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“…sti ani i mateloti i zugheva ale balote: ades i fuma ciche, i va a spas con le pisote”… Non so se voi avete avuto la stessa impressione: vedermi all’ Hotel Everest assieme ad un esercito di “Pedecasteloti”: donne e uomini conosciuti, quando erano dei ragazzi; per un attimo ho rivisto come in un film la mia gioventù quando la nostra vita era fatta di: calcio – balote – capanne – gendarmi e assassini – frecce e archi – fucili ad elastico e… putelote ecc.

Ma veniamo al “Convivio” 2010.

Eravamo in 130; la sala sembrava Piazza Piedicastello: si parlava solo”Pedecastelot”; saluti… abbracci… auguri e…”te ricordet”. Da non dimenticare le melodie della fisarmonica di Tamburini che hanno allietato l’ incontro; una festa indimenticabile e allora: arrivederci al “Convivio Pedecasteloti” 2011. Una simpatica iniziativa :il Comitato organizzatore, quest’anno ha voluto premiare un Pedecastelot che si sia distinto per impegno e passione verso il rione e i suoi abitanti,che abbia lasciato un’ impronta del suo passaggio: Franco Menestrina.

E’ stato un momento elettrizzante e commovente; ha ritirato il suo premio e poi ha bisbigliato, con una lacrima agli occhi: “Non me lo merito”.

A cura R.L.