La canonica di Piedicastello conserva un nucleo di ex voto e un grande gonfalone che, oltre a testimonianza artistica, costituisce un esempio significativo della pietà popolare.
Gli ex voto, dipinti su tavola o su tela, testimoniano la riconoscenza per una grazia ricevuta.
L’ansia per la riuscita di un’impresa, o un grave pericolo affrontato, sia esso incidente o malattia, rappresentano e sintetizzano gli atteggiamenti psicologici che sono alla base dell’umana richiesta di aiuto al cielo, questo implica che il graziato, dopo essere scampato al pericolo, dovrà contraccambiare il favore divino con un segno tangibile di ringraziamento.
E’ questa l’origine degli ex voto.
La grande mostra “Ex voto, tavolette votive nel Trentino del 1984”, accompagnata dal relativo catalogo, costituiva un’opera di riferimento ancor oggi fondamentale e avviava una sistematica catalogazione degli ex voto dei santuari trentini, in particolare dei grandi centri di devozione collettiva quali erano S. Romedio,la Madonna di Pinè, il santuario di S. Valentino presso Ala e la cappella di S. Croce del Bleggio.
La catalogazione prendeva in considerazione anche le tavolette del Museo degli Usi e costumi della Gente Trentina, del Museo Provinciale d’arte e del Museo Diocesano di Trento, sfuggiva invece del tutto il nucleo di ex voto della canonica di S. Apollinare, forse perché da tempo queste tavolette devozionali erano state tolte dai muri della chiesa, riposte nei depositi della canonica e quindi dimenticate.
Della consistente raccolta di ex voto non si fa menzione negli scritti riguardanti la chiesa, neppure nella cronaca scritta dal 1901 al 1940 dal parroco don Vittorio Speccher, se ne vede solo una pallida traccia in una vecchia foto dell’interno della chiesa di S. Apollinare, dove oltre la bifora ricostruita sopra l’altar maggiore, s’intravvede una fila di ex voto appesi sulla parete di fondo dell’abside ottocentesca.
Gli ex voto di Piedicastello erano dedicati alla venerata Madonna di S. Apollinare, l’effigie, ritenuta miracolosa, trasportata all’interno della chiesa dopo che, nel corso della Guerra di Successione Spagnola del 1703, un soldato francese aveva sfregiato con un colpo di spada la sacra immagine, divenuta, da allora, soggetto di una larga venerazione.
A parte i cuori d’argento o in metallo argentato con la scritta dorata GR (grazia ricevuta) che non si discostano dalla tipologia diffusa in centinaia di santuari, la parte più interessante degli ex voto è costituita dai piccoli dipinti, i quali, oltre al valore artistico e devozionale, costituiscono un nucleo vero e proprio collegato a una chiesa parrocchiale, cosa piuttosto rara in Trentino.
Opera di artisti anonimi, probabilmente vaganti da un santuario all’altro nell’occasione delle feste patronali, gli ex voto sono improntati a schietta vena popolare che talvolta sfiora l’arte vera e propria.
La canonica conserva anche un grande gonfalone in damasco rosso al cui centro è dipinta la processione che nel 1923 aveva celebrato i duecento anni della Compagnia del Santissimo Sacramento, fondata nel1714 aPiedicastello a cura del principe vescovo Gian Michele Spaur.
La confraternita stabiliva che ogni membro dovesse munirsi di una cappa rossa, la stessa che si vede nel gonfalone e istituiva le cariche di priore consigliere, sacrestano ed economo.
La confraternita nel 1956 aveva 178 iscritti. Opera dell’artista Metodio Ottolini, di Aldeno, autore anche della pala ovale raffigurante S. Giovanni Nepomuceno, un tempo sull’altare a sinistra della chiesa e ora conservata nella canonica, il dipinto del gonfalone è datato 1923 e siglato con la caratteristica firma del pittore, che sostituisce la prima parte del
cognome con il numero 8.
In alto si srotola un nastro con la scritta “5 novembre 1923 ricordando il 24 dicembre1714”ricordo dei duecento anni della confraternita del SS. Sacramento.
Il dipinto raffigura la processione che parte dalla chiesa e attraversa la piazza di Piedicastello, com’era prima degli sventramenti del 1975, quando fu tracciata la tangenziale. La resa delle figure è fedele, tanto che si possono riconoscere le fisionomie dei vari personaggi, a cominciare da quella del priore in primo piano. Bella anche la rappresentazione della collina di Trento, ancora intatta e bucolica prima della selvaggia edificazione avvenuta a partire dagli anni Cinquanta del Novecento e, purtroppo, non ancora conclusa.
Un nutrito numero di testimonianze artistiche e devozionali quello degli ex voto e del gonfalone, al quale si aggiungono la tavola cinquecentesca di Paolo Naurizio con i santi Sebastiano, Rocco, Antonio abate e Giacomo, la tela settecentesca con l’Angelo e Tobia e l’ovale di Ottolini raffigurante S. Giovanni Nepomuceno. Interessanti anche le tavolette con Cristo coronato di spine ela Madonna Addolorata.
Un complesso che potrebbe essere esposto in un allestimento permanente ospitato nella costruzione settecentesca a lato della chiesa, una sorta di piccolo museo aperto magari sabato e domenica a cura di volontari di Piedicastello, che di certo non mancano.
William Belli
luglio 2012