Spigolando qua e là: le descrizioni di Piedicastello nella storia

Piedicastello è sempre stato presente nelle descrizioni della città di Trento, anche se quasi assente nelle vedute edite fino alla fine del Settecento. Bisogna attendere l’epoca romantica perché il caratteristico sobborgo, con l’ansa del fiume Adige e la massa incombente del Dos Trento entri a far parte del patrimonio figurativo delle vedute trentine.

In compenso studiosi, appassionati d’arte e redattori di guide turistiche non hanno mai dimenticato di parlare di Piedicastello, quale componente essenziale della città di Trento.

Lo storico Michelangelo Mariani, autore dell’importante opera Trento con il Sacro Concilio et notabili, prima e completa descrizione del territorio trentino, così scrive: la Chiesa dell’ Abbatial Parrocchia di S. Apollinare nel Borgo detto Pie di Castello, è così antica, che non se n’ha certezza precisamente: ma si tiene aver servito avanti la venuta di Cristo per Tempio d’Apolline, o essere una delle prime chiese fabbricate al tempo di Sant’Hermagora. ( Se la seconda affermazione può esser vera, la prima è priva di fondamento, seppur latrice di una tradizione antica).

Nel Settecento, l’erudito Giangrisostomo Tovazzi, frate francescano del convento di S. Bernardino a Trento e redattore di testi storici fra i più importanti per la conoscenza della storia del principato vescovile di Trento, compose l’opera Parrochiale Tridentinum, accurata rassegna storica delle parrocchie trentine.

E’ sua la seguente descrizione della parrocchia di S. Apollinare, di cui diamo la traduzione dal latino in cui è stata scritta.

A ovest di Trento c’è un sobborgo chiamato Piedicastello, posto ai piedi di un monte rotondo, ora denominato Doss Trento, sul quale già ai tempi di Teodorico fu un celebre e insigne castello.

Il nome Pedecastellum si trova nei documenti nel 1273, il castello, con il nome di Castrum Tridentinum nel 1229, il monte, denominato Dossum Casteltrenti nel 1341… Piedicastello si trova fuori della città, dove scorre l’Adige.

Nel 1309 si ricorda che vicino al sobborgo c’erano la chiesa di S. Giorgio (alla Vela, ora scomparsa) e il monastero di S. Lorenzo, retto dai benedettini, che vi si erano installati nel 1183.

A questo monastero era annesso un convento di monache, che nel 1229 furono trasferite nel monastero di S. Michele fuori delle mura (ora in via S. Croce).

I benedettini si trasferirono a Piedicastello nel 1235, dove nel 1319 riedificarono la chiesa di S. Apollinare, ampiamente rinnovata e riconsacrata con rito solenne nel luglio 1760 a perenne memoria di Bartolomeo

Passi di Pressano, suffraganeo del vescovo di Trento e titolare della Prepositura, nonché patrono della chiesa di S. Apollinare.

S. Apollinare era la pieve, dotata di fonte battesimale, a cui dovevano concorrere gli abitanti di Ravina, Romagnano, Belvedere e Margon, oltre naturalmente gli abitanti di Piedicastello, per un totale (nel Settecento) di ottocento abitanti.

Di Piedicastello hanno scritto il Mariani (nel libro Trento con il Sacro Concilio…1673) il padre Monelli nei Monumentis Ecclesiae Tridentinae, il barone Giacomo Cresseri, nella Dissertatione de Lapide Pedecastellano, il marchese Scipione Maffei di Verona e molti altri che hanno studiato le lapidi romane inserite nei muri della chiesa di S. Apollinare. Costoro asseriscono che si trovasse a Piedicastello la prima città romana di Tridentum. (Affermazione rivelatasi infondata in seguito agli studi posteriori).

Nella chiesa sotto una lapide con iscrizione è sepolto Giovanni Cavalieri preposto di Trento, morto il 23 marzo 1580. All’esterno, vicino alla porta, in un’arca marmorea un tempo degli abati benedettini (nella quale io, nel 1759, vidi due teschi) fu riposto il 25 luglio 1774 il cadavere dell’illustrissimo preposto Passi, del quale ho accennato sopra, con insigne epitaffio (tuttora leggibile nella nicchia sopra l’arca marmorea).

L’abbazia benedettina di S. Apollinare, già soppressa, fu trasformata in Prepositura della cattedrale di Trento, che incamerò tutti i diritti e le entrate della soppressa abbazia.

La Prepositura fu creata il 12 settembre 1426 e un editto vescovile stabilì che il preposto continuasse ad essere chiamato Praepositus Sancti Apollinaris extra muros Tridenti, et Canonicus Tridenti.

Una furiosa lite tuttavia scoppiò fra i monaci e il preposto, con ricorso alla Curia romana, lite che cessò nel 1468 inseguito alla morte di frate Benedetto di Trento, l’ultimo abate.

Nell’Ottocento è la volta del conte Benedetto Giovanelli, appassionato archeologo, che nel suo Viaggio antiquario per la Rezia, così riporta : Verso la fine del 1812 i proprietari del colle Verruca o Dos Trento intrapresero uno scavo fra mezzo dei rottamidi antichi muri ad oggetto di raccogliere il vecchio cemento in risparmio della sabbia che abbisognava loro per restaurare la casa di là poco distante. Nell’esame che sopra chiamati fecimo di quei muri tutti coperti e circondati da cespugli non fecimo fatica di rilevare la pianta di tempio pagano con l’adito rivolto a sera e tutto coperto della volta caduta molti secoli addietro. Fu nella parte più interna del tempio… che trovarono un piccolo ornamento d’oro purgatissimo lavorato a smalto, molti pezzi di marmin e di pietre lavorate a liscio, l’antica iscrizione romana, un tronco di colonnetta…

Avuta nuova del ritrovamento… ci portammo sul luogo e restammo là ad osservare, quando tutt’ad un tratto scuoprono una pietra arenaria frammento di altra assai maggiore…. Volevano i lavoratori gettarla—- quando vi scuprirono (dei) caratteri…. Tutte queste anticaglie si custodiscono ora nella casa situata sul colle. è evidente che l’archeologo ha preso i resti della basilica paleocristiana, ora visibili sul Dos Trento, per i resti di una costruzione romana.. Il Giovanelli continua: Alcuni anni fa nell’occasione che gl’imperiali austriaci eressero delle fortificazioni intorno alla chiesa (di S. Apollinare) rinvennero tra i diversi rottami di lapidi …pure un frammento d’iscrizione colle seguenti parole ….SIO…..LONGIN…. OL…. IP… QVO (trattasi della lapide tuttora murata sulla parete sud della chiesa) Lo reputiamo avanzo di qualche sepolcro della famiglia Cassia…. E continua: Nell’incontro che gli imperiali Austriaci eressero…. Altre fortificazioni nella parte settentrionale del Dos Trento…. Vi trovarono due idoletti Iside l’uno e l’altro Osiride…. Che è cosa curiosa il trovare due divinità egiziache in questi monti, accidente che si lascia spiegare dall’aver i soldati romani trasportate le Deità dell’Egitto in tutto il mondo.

Terminiamo questa carrellata nelle antiche descrizioni di Piedicastello, ma altre ve ne sono, con la citazione della guida di Francesco Ambrosi Trento e il suo circondario descritti al viaggiatore, edita nel 1881.

Nel suburbio di Trento meritano speciale menzione la Chiesa di Sant’Apollinare, al sobborgo di Piedicastello. Piedicastello sta alla sponda destra del fiume, a piè del Dosso, la Verruca degli antichi:.. La sua Chiesa, antichissimo tempietto dedicato a Sant’Apollinare, è prima a vedersi. Gotico n’è lo stile; la sua facciata è ornata di affreschi; fuori, e nel suo interno, spiccano molti illustri ricordi dell’epoca romana; e sono di classica scuola i fregi incuneati nei suoi pilastri angolari: Vi s’ammira la pala dell’altare maggiore colorita su legno ritenuta opera del Romanino (è invece di Scuola danubiana dei primi anni del Cinquecento). Il Dosso (Doss Trento) è a tergo del sobborgo, e si fa d’una rupe isolata a strati nummulitici, vestita in parte da cespugli, pratosa alla sua sommità, fortificata, e nei tempi antichi munita di fortilizi che si estendevano al piano legati insieme da grossa muraglia… Vi crescono parecchie specie vegetali non comuni, come l’Eruca sativa Lam, l’Ephedra distachya Linn, la Fritillaria montana Hopp ecc.

La sintesi finale è fatta da Cesare Battisti nella Guida di Trento del 1911 Si può… recarsi all’Adige, traversare il ponte (meraviglioso punto di vista delle montagne che fiancheggiano l’Adige) e portarsi fino alla Chiesa di S. Apollinare, che s’erge ai piedi del caratteristico Doss Trento. La Chiesa di S. Apollinare, del sec. XI è la più antica di Trento. Si vuole fabbricata coi ruderi di un tempio di Saturno. Sulle sue pareti ci sono lapidi e frammenti di lapidi: una ricorda l’ordine dato da Augusto al suo legato Appuleio di fortificare il Verruca (i recenti studi hanno dimostrato che non è così, trattasi di edificio pubblico, forse collegato alla cinta muraria di epoca romana, ma non si sa dove).
Procedendo nel piccolo Sobborgo di Piedicastello, che si stende dietro la chiesa, si giunge alla Birraria al Belvedere. Dal sobborgo si può, previo permesso del Comando militare, salire sul Doss Trento.

A cura di
William Belli